Artemia salina


Artemia salina (nel seguito indicata semplicemente come A.) è un crostaceo usato come cibo vivo o congelato per i pesci d’acquario. Il ciclo vitale dell’A. inizia con la schiusa delle uova, che consistono in embrioni metabolicamente inattivi. Le uova di A. possono rimanere in questo stato per molti anni, se tenute all’asciutto. Quando le uova vengono bagnate con acqua salata, lo sviluppo riprende. Le uova di A. vengono conservate meglio in un contenitore chiuso e asciutto, meglio ancora in frigorifero.

Dopo 15/20 ore a 25°C le uova si schiudono e gli embrioni lasciano l’uovo. Per le prime ore, l’embrione rimane all’interno di una membrana. Alla fine di questo periodo chiamato “stadio ombrello”, il nauplo completa il suo sviluppo ed emerge completo e in grado di nuotare. Nel primo stadio larvale, i nauplii sono di colore arancione a causa delle loro riserve alimentari, e non si nutrono poiché il loro apparato digerente non è completamente sviluppato. Circa 12 ore dopo la schiusa “mutano” in un secondo stadio larvale e iniziano a filtrare nutrendosi di particelle di varie microalghe, batteri e detriti. I nauplii crescono e passano attraverso 15 “mute” prima di divenire adulti in circa 8 giorni. Le A. adulte sono mediamente lunghe 8 mm., ma possono anche raggiungere i 2 cm. nell’ambiente ideale. Un adulto è circa 20 volte più lungo e ha 500 volte più biomassa di un nauplo appena schiuso.

Allevamento
In acqua a bassa salinità con un nutrimento ottimale, le femmine fertili normalmente producono naupli già formati al tasso di circa 75 al giorno. Queste produrranno circa 10/11 covate in un ciclo di vita medio che è di circa 50 giorni. In una condizione super-ideale, una A. può vivere fino a tre mesi e produrre oltre 300 naupli o uova ogni 4 giorni. La produzione di uova è indotta da condizioni di alta salità dell’acqua e da scarsezza di cibo, con alte fluttuazioni di ossigeno tra il giorno e la notte.

Gli adulti possono tollerare esposizioni a temperature estreme tra -18 e 40 °C, ma le temperature ottimali sono tra i 25 e i 30°C, anche se esistono delle differenze a seconda delle zone di provenienza.
Le A. prediligono una densità intorno a 1025 e possono vivere in acqua dolce per circa 5 ore prima di morire. Un pH a 8-9 è preferibile, tenendo presente che a meno di 5 e a più di 10 le artemie non sopravvivono.

Una minima quantità di luce è necessaria per la schiusa e gli adulti ne beneficiano per la crescita. Molto importante è il livello di ossigeno nell’acqua, e ciò determina quello di cui si nutrono le A. Con una buona quantità di ossigeno disciolto, le artemia appaiono rosate o gialline o, se si sono nutrite abbondantemente di microalghe, verdi. In queste condizioni ideali la crescita e la riproduzione sono rapide, ed è possibile ottenere una colonia in grado di autosostenersi. Con un basso livello di ossigeno o un’alta salinità, le artemie si cibano di batteri e detriti ma non di alghe. In queste condizioni esse producono emoglobina, e appaiono con un colore rosso o arancione. Se queste condizioni permangono la colonia può morire.

È molto importante avere un buon approvvigionamento d’aria per due ragioni, la prima è che in questo modo il cibo rimane in sospensione a disposizione delle A., e la seconda per avere un’alta quantità di ossigeno disciolto in acqua.

La schiusa dei naupli può avvenire con schiuditoi autocostruiti, ma personalmente preferisco utilizzare quelli rotondi reperibili in commercio, perché consentono una facile separazione dei naupli dalle uova.

Le A. sono organismi filtratori non selettivi, per cui una vasta gamma di sostanze possono essere utilizzate per il loro nutrimento. Tra queste lievito di birra, farina e microalghe in polvere. Personalmente uso con successo la seguente ricetta. Il preparato è composto all’80% da farina di grano, al 15% da lievito di birra in polvere e al 5% da alga spirulina in polvere. Mescolando accuratamente i tre diversi ingredienti si ottiene una polvere omogenea con cui è possibile nutrire le A.
Volendo è anche possibile utilizzare del lievito di birra “vivo” (i panetti utilizzati per far lievitare la pizza) introducendo nella coltura un piccolo pezzettino ogni tanto.

La quantità di cibo da formire dipende dalla densità della colonia per cui è difficile dare delle indicazioni precise. Una volta somministrato il cibo, l’acqua dovrebbe apparire solo leggermente torbida, in modo che nell’arco di una giornata le A., nutrendosi, siano in grado di riportare l’acqua ad un livello di trasparenza accettabile (ad es. per una colonia in un acquario di cm. 40x30x20 uso al massimo mezzo cucchiaino da caffé).

In questo modo il cibo viene somministrato una volta al giorno. Come per i pesci, occorre stare molto attenti a non sovralimentare i nostri ospiti, preferendo più somministrazioni in modiche quantità piuttosto che sporadiche massicce operazioni.

Il cibo non viene direttamente consumato, ma piuttosto trasferito alla bocca in forma compatta. Lo spazio tra le zampe delle A. aumenta man mano che si va dalla coda alla bocca. L’acqua viene aspirata in questi spazi dal basso, e piccole ciglia filtratrici raccolgono le particelle di cibo dal flusso. L’acqua viene poi spinta via e il cibo rimane in un ammasso alla base delle zampe, dove, grazie a delle ghiandole che secretono una sostanza adesiva, viene trasformato in palline, trasportate poi verso la bocca.

Le qualità nutritive delle A. variano a seconda del loro stadio di sviluppo. I nauplii appena schiusi contengono una grande quantità di grassi (23%). Nello stadio giovanile i grassi sono scesi al 16%, mentre una A. adulta contiene solo il 7% di grassi. Nello stesso tempo il contenuto d proteine aumenta a compensare la diminuizione dei grassi, passanso dal 45% di un nauplo appena schiuso al 63%.

Sulla base di questi dati si può constatare che le A. sono un ottimo cibo vivo per i vari stadi di crescita dei pesci. Infatti gli avannotti, notoriamente nutriti con naupli di A. necessitano per il loro sviluppo una grande quantità di grassi, mentre pesci adulti hanno bisogno di una maggiore quantità di proteine, fornite dalle A. adulte.

Il miglior modo per iniziare l’allevamento dell’A. è quello di utilizzare un vecchio acquario di almeno 20-30 litri, riempirlo di acqua (io ho usato una miscela di acqua a osmosi e acqua di rubinetto (28 dGH) al 50%, ma non credo che la durezza dell’acqua sia un fattore importante) e portarla ad un livello di densità di circa 1030 con sale senza iodio, del tipo usato per togliere il ghiaccio dalle strade d’inverno (non vale la pena a mio parere usare il sale d’acquariofilia). Fatto questo occorre lasciare ad invecchiare l’acqua, ponendo l’acquario in un luogo soleggiato all’aperto, per fare in modo che le microalghe acquatiche, che diventeranno cibo per le artemie, possano svilupparsi. Dopo circa 2 mesi sarà possibile aggiungere i nauplii appena schiusi. Quando questi si saranno sviluppati diventando delle A. in miniatura (circa 2 mm.) si potrà iniziare a somministrare il cibo, in quantità commisurate al numero di organismi presenti in acquario.

Per fornire un’adeguata areazione con circolazione dell’acqua è possibile costruire vari sistemi che fanno uso di comuni areatori (da evitare le pompe sommerse o i filtri perché aspirerebbero anche le giovani A.). Personalmente uso un piccolo ed economico areatore che faccio funzionare di tanto in tanto senza pietra porosa, ma semplicemente facendo uscire l’aria in grosse bolle direttamente dal tubicino in plastica. Questo sistema ha un duplice vantaggio. Il primo consiste nel fatto che in questo modo si garantisce una sufficiente circolazione dell’acqua senza grandi complicazioni. Il secondo è che le grandi bolle non danneggiano le A. Infatti le bollicine troppo piccole possono incastrarsi tra le fini appendici natatorie delle A. e ucciderle.

Moderata areazione senza pietra porosa, buona qualità dell’acqua e condizioni generali di pulizia del fondo sono tutti fattori importanti per allevare una grande quantità di A., perlomeno sufficienti al nostro fabbisogno. Inoltre è necessario un basso livello di luminosità, dato che le A. sono animali fotosensitivi (attirati dalla luce), una fonte troppo luminosa accelera la loro attività natatoria, con conseguente grande dispendio di energia, che si traduce in un basso tasso di crescita.

Raccolta
La raccolta delle A. si può effettuare con un normale retino, nel quale rimangono intrappolate. La somministrazione ai pesci può essere immediata, dato che il fatto che vivano in acqua salato costituisce un importante freno alla eventuale diffusione di malattie in acqua dolce.

Avvertenze
La qualità dell’acqua si può deteriorare rapidamente, specialmente quando la biomassa totale aumenta. Il problema normalmente dipende da eccesso di cibo. È un limite molto sottile quello che divide un livello di cibo ottimale dall’inquinamento dell’acquario, specialmente quando si usa cibo secco. Per prevenire questi problemi, occorre osservare l’acquario delle A. come osserviamo quello dei pesci e procedere periodicamente ad un cambio parziale di acqua ed alla pulizia del fondo.

Personalmente sifono il fondo e cambio il 20% d’acqua ogni mese o, più semplicemente quando mi accorgo che il fondo è troppo sporco.

Per aspirare l’acqua limitando al massimo il numero di perdite si può fare questa operazione di sera o in condizioni di bassa luminosità, usando una torcia per attirare le A. in un angolo dell’acquario, sifonando nell’angolo opposto.

Con questo sistema sto allevando una piccola colonia di A. da alcuni mesi ed ho già potuto assistere allo sviluppo completo dei naupli che vi avevo introdotto, nonché agli accoppiamenti degli adulti, indiscutibile segnale che le condizioni ambientali in cui si trovano sono come minimo sufficienti alla loro sopravvivenza.