Il significato della parola “Killifish”


di Mario Zanolli

La denominazione “Killifish” raggruppa tutti i pesci appartenenti alla famiglia Cyprinodontidae e viene usata in tutto il mondo sia da appassionati sia da specialisti.
Non c’è una motivazione precisa che spieghi questa preferenza rispetto ad altre definizioni, si può dire che si è diffusa con il passare degli anni, fino al diventare un termine indicativo non solo di una famiglia di pesci ma anche indirettamente della passione che anima coloro che li allevano.
Il Webster’s New World Dictionary (Guralnik ed., 1972) gli ha dedicato uno spazio definendolo Americanismo cioè una parola che si è modificata con il tempo e alla fine è diventata peculiare della lingua americana.
L’origine è assai antica e un po’ velata da un alone di mistero. La si deve fare risalire al 1624 quando gli olandesi si insediarono nella parte Nord Orientale degli Stati Uniti portando con sé la propria lingua che in piccola parte è rimasta col passare dei decenni.

La parola derivata “kill” (dall’olandese “kil” o “kille”) è il punto della questione; essa, così come alcune parole derivanti dal latino (per esempio l’ozio per i latini ora dedicarsi alla cura dell’intelletto, e ai tempi nostri significa riposare, non fare nulla), ha subito variazioni di significato col trascorrere del tempo, ecco quindi la traduzione in alveo del fiume, piccolo corso d’acqua, canale o ruscello.

Nello stato di New York gli affluenti dei fiumi Hudson sono ancora chiamati “kills”, segno di una tradizione olandese ben radicata.
Nel 1664 gli Inglesi ebbero il sopravvento sulle colonie Olandesi, ma isolati insediamenti in questa zona continuarono a parlare esclusivamente olandese durante tutto il 700 fino ai primi del 800.
La tradizione olandese rimase comunque forte, e divenne un’usanza degli abitanti di lingua inglese riferirsi ai piccoli, timidi pesci dei “kills” come “kill-fish”.

Parlando per esempio dei Fundulus heteroclitus, De Kay (1842) scrisse: ”Il suo nome popolare (Killfish) deriva dalla sua presenza in abbondante quantità nei piccoli fiumi e negli estuari, che i primi Olandesi definivano kills”.

Per diverso tempo ci fu un po’ di confusione poiché tutte le specie di piccoli pesci, come i “minnows”, venivano raggruppate come killifish sebbene tra loro e i killifish attuali non ci sia alcuna relazione scientifica.
Se vogliamo trovare qualche articolo che faccia riferimento all’uso americano della parola killifish, bisogna risalire al 1788, grazie ai meriti di un chirurgo militare tedesco di nome Johann David Schoepff (1752-1800) che era stato in quei luoghi durante i combattimenti.
Pubblicò nel “Transactions of the Friends of Natural History at Berlin” i suoi ricordi come “Descriptions of North American Fishes, chiefly from the waters of New York” in cui compare un magro catalogo di specie.

Come ci si poteva aspettare la struttura sintattica si modificò e possiamo trovare alcuni esempi come “killy-fish” (Herberi, 1849), ‘killefish” (Butler, 1858), “kill fish” o ‘killey fish’ (Brown, 1876), “killia-fish” (Damon, 1879), e “killie-fish” (Samuel, 1894), fino ad arrivare ai giorni nostri con “killifish” (abbreviato killy o killi nel singolare e killies nel plurale).

Tutto questo influenzò la classificazione scientifica e può sicuramente sbalordire gli acquariofíli sapere che nel 1792 un naturalista tedesco di nome J. Walbaum, basandosi sull’esperienza di Schoepff, descrisse il Cobitis killifish.
Ancora più strano è il fatto che la parola in questione non sia stata latinizzata, come invece fu per molte altre.

Nel 1913 in un catalogo pubblicato a New York da Walter Brind compariva la dicitura “Toothcarp Group, Egg-laying fishes” nonostante che gli americani usassero diffusamente la parola killifish per le specie nord americane appartenenti a questa famiglia (top minows era un altro termine popolare).
La parola killifish piaceva molto visto che dal 1927 al 1933 un po’ su tutti i libri, cataloghi, articoli compariva come sottotitolo per tutti i Ciprinodontidi.
Christopher Coates lo utilizzò come titolo principale nel suo “Tropical Fishes as Pets” pubblicato nel 1933.

Prima della seconda guerra mondiale l’acquariofilia tedesca, già leader incontrastata nonché portatrice di novità, faceva riferimento ai killies come “eierlegende Zahnkarpfen” o “Eier ablaichende Zahnkarpfen”, così pure in Inghilterra esisteva la traduzione in “egglaying toothcarps” e doveva servire come formula comprensiva di tutti i Cyprinodontidi.

Dopo la Il Guerra Mondiale in tutta la nuova letteratura (americana ed europea), comprese le riedizioni, il titolo principale, unico e indiscusso nonché il preferito da tutti gli acquariofili divenne “The Killifishes”.