La riproduzione
Come abbiamo ricordato, la maggio parte dei Killi annuali depone “nel” materiale di fondo intendendo proprio dentro il fondo perché il loro istinto li rende consapevoli che con la stagione secca il materiale si indurirà proteggendo le uova dal calpestio e dai raggi cocenti del sole.
Per fare questo, ad esempio, il maschio dei Nothobranchius si avvicina alla femmina, e dopo averla affiancata la “abbraccia con la pinna dorsale e la accompagna dentro il fondo il modo da sotterrare le uova fecondate che vengono poi spinte anche più in profondità con colpi di coda.
Negli annuali sudamericani i rituali di corteggiamento possono essere più prolungati ma, alla fine, entrambi i pesci si immergono in profondità nel materiale di fondo (solitamente più in profondità dei Nothobranchius). A volte sembra quasi che prendano la rincorsa per tuffarsi più in profondità possibile. Questo in pratica significa che questo secondo gruppo ha bisogno di uno strato di materiale più spesso rispetto agli annuali africani.
I maschi dei Killi sono generalmente piuttosto rudi ed insistenti, pertanto se si mette nella vasca una sola femmina, questa può venire rapidamente stressata e debilitata senza trovare il tempo per riposarsi o per nutrirsi. E’ consigliabile quindi utilizzare un trio (un maschio e due femmine) o un quartetto (un maschio e tre femmine) in modo che le attenzioni del maschio siano adeguatamente ripartite. Se si dispone di molti esemplari sarebbe meglio distribuirli in più vaschette ogni volta seguendo la regola del trio anche se l’esperienza insegna che ciò non è sempre possibile a causa del rapporto tra maschi e femmine.
Assolutamente sconsigliabile mettere due maschi nella stessa vasca perché il più forte si accanirebbe contro l’altro con l’esito abbastanza scontato della morte di uno dei due.