Nothobranchius furzeri Jubb, 1971



Furzeri: (Aggettivo latinizzato) in onore del sig. Richard E. Furzer della Rhodesia attraverso i cui sforzi il pesce fu introdotto nell’hobby.

 

Prima descrizione

Dott. R. A. Jubb [Albany Museum, Grahamstown, South Africa] – 1971 “A new Nothobranchius (Pisces, Cyprinodontidae) from South-eastern Rhodesia” – Journal of the American Killifish Association (JAKA)- 8 (1): 12-19, 4 figs.

Terra Tipica

Sud est dello Zimbabwe [conosciuta come Southern Rhodesia]; Sazale Pan [=pozza] posta nella parte superiore del sistema idrico del fiume Guluene [vicino al confine Zimbabwe-Mozambicano], nella riserva Gona-Re-Zhou Game Reserve. Questa area fu dichiarata protetta negli anni ’60 per preservare le grandi mandrie di elefanti che si aggirano in questa propaggine nord del Parco Nazionale Kruger in Sud Africa. Tuttavia essa fu convertita a centro di detenzione degli attivisti antigovernativi negli anni ’70 e gravi episodi di caccia di frodo nel periodo post indipendenza hanno portato alla chiusura indefinita del parco.

Figura 2: Località tipo di N.furzeri nel Sazale pan – Ghona-Re-Zhou National Park

Olotipo

L’olotipo, un maschio adulto, ha una lunghezza totale di 53-mm e una lunghezza standard di 44-mm. Catturato il 12 Gennaio 1969, dal Dott. W. Warne del Dipartimento della Agricultura della Rhodesia, da una pozza conosciuta come Sazale Pan, approssimativamente 21° 40’S, 31° 45° E, nella Gona-Re-Zhou Game Reserve. Il Tipo e nove Paratipi sono conservati al Albany Museum, Grahamstown, South Africa con il numero di registro: AMG/P 1239 e P 1240.

Dati meristici & morfometrici

According to Jubb (1971; 1975a:112), the species is described by one type specimen and nine Paratypes, PF 1240, all males from the same locality. The species characteristics as presented by Jubb in 1971 are:

Caratteristiche Olotipo Paratipi [9]
Lunghezza totale 53 mm 120-126 mm
Lunghezza standard 44 mm 25 – 44 mm
Profondità del corpo 29.5 28.2 – 31.0
Lunghezza della testa 32.9 30.8 – 36.0
Distanza tra il muso e l’origine della pinna dorsale 56.6 54.0 – 62.0
Distanza tra il muso e l’origine della pinna pettorale 34.2 32.2 – 36.0
Distanza tra il muso e l’origine della pinna pelvica 50.0 48.6 – 53.8
Distanza tra il muso e l’origine della pinna anale 59.0 59.0 – 67.6
Nota: Lunghezza Standard (SL) in mm – Gli altri valori sono espressi come percentuale della lunghezza standard.

 

Caratteristiche

Olotipo Paratipi [9]
Lunghezza del muso 27.4 25.0 – 28.9
Diametro dell’occhio 20.6 20.0 – 22.2
Larghezza interorbitale 43.5 41.7 – 44.5
Nota: I valori sono espressi come percentuale della lunghezza della testa (HL).

Ci sono da 28 a 30 squame nelle serie longitudinali (escludendo le squame alla base della pinna caudale); pori della linea laterale assenti. Squame intorno al corpo subito davanti alle pinne pelviche 22 – 24.
Secondo Jubb (1971), il muso è corto, piatto e largo. La bocca è diretta verso l’alto con la mascella inferiore prominente. I denti sulla premaxilla sono conici e appuntiti, posti su 3 o 4 righe, con da 12 a 18 grandi denti sulla riga anteriore. Quelli nelle righe posteriori sono piu’ piccoli, numerosi e disordinati. La sistemazione dei denti sull’osso dentatrio è simile a quella della premaxilla, ma le righe posteriori sono costitute da denti rozzi con le corone appiattite.
La pinna dorsale possiede da 14 a 15 (15 nell’olotipo) raggi, l’anale possiede da 14 a 16 (14 nell’olotipo) raggi. L’origine della pinna dorsale si trova sopra o appena davanti l’origine della anale. I maschi maturi hanno le punte dei raggi delle pinne anale e caudale che si estendono al di fuori della membrana della pinna (Jubb , 1971). Negli esemplari della stessa grandezza non ci sono apprezzabili variazioni della dimensione della pinna anale di maschi e femmine, ma i maschi hanno la pinna dorsale piu’ alta.

Cariotipo

n=19, 38 arms

Nothobrachius Furzeri

Cox [BKA] ottenne N.furzeri a coda gialla da una schiusa di N. sp. “MOZ 99/4”. La forma gialla è tuttavia piu’ diffusa che nella popolazione del parco di Ghona Re Zhou. {Foto: R. Cox}

Sinonimi:

N. species Furzer 1969 – N.kirki sensu Jubb 1969 – N. U-2 Ricco, 1971. I sinomini molto probabilmente includono anche le seguenti forme rosse recentemente importate dal Mozambico: N. sp. MOZ 99/4; N. sp. MOZ 99/5 e N. sp. MOZ 99/6. La ragione di questa sinonimia è che Richard Cox (pers. comm.) del BKA trovò nella prima metà del 2000 un furzeri maschio di tipo a coda gialla in una schiusa di pesci MOZ 99/4 rossi. Un maschio rappresentava la tipica forma rossa di MOZ 99/4, l’altro maschio assomigliava alla forma gialla Ghona Re Zhou, pur avendo una colorazione rossa piu’ scura nel corpo ed una piu’ larga banda semicircolare gialla sulla coda. A Cox fu assicurato che le due popolazioni non potevano essersi mischiate (coperchi di chiusura e una generale non tendenza al salto è stata osservata nei Nothobarnchius). La principale differenza tra le forme rossa dei MOZ e gialla della popolazione Gona-Re-Zhouconsiste nella presenza di motivo rosso semicircolare nella pinna caudale e nella assenza di una banda marginale nera nella prima mentre la seconda possiede una stretta banda/barra verticale gialla e una banda marginale nera nella pinna caudale.

Maschio della varietà rossa di N.furzeri dalla località “MOZ 99/4”. {Foto: S. Valdesalici}.

Secondo Wildekamp (1991) questa specie è in stretta relazione con N.kuhntae, che rappresenta il fenotipo rosso. N.furzeri può essere considerato in fenotipo blu. Se ciò fosse comprovato allora il nome N.furzeri Jubb, 1971 dovrebbe essere cambiato in N.kuhntae Ahl, 1926 dato che la prima descrizione ha la precedenza rispetto alle successive e N.furzeri Jubb, 1971 diverrebbe un sinonimo di N.kuhntae Ahl, 1926.
Il Dott. Jubb raccoglie N.furzeri insieme a N.rachovii, N.kirki e N.kuhntae in un gruppo di piccole specie di Nothobranchius (Foersch, 1975:112). Questo pesce differisce in colorazione e dimensioni dal N.orthonotus (Peters), che può essere reperito negli stessi fiumi e acque temporanee del Mozambique.
N.rubroreticulatus è definita la specie tipo del subgenere ZonoNothobranchius, al quale appartengono molto probabilmente anche: N.rachovii Ahl, 1926; N.kirki Jubb, 1969; N.furzeri Jubb, 1971; N.brieni Poll, 1938; N.polli Wildekamp, 1978; N. malaissei Wildekamp, 1978; N.symoensi Wildekamp, 1978; N.taeniopygus Hilgendorf, 1891; N.neumanni Hilgendorf, 1905; N.lourensi Wildekamp, 1977 and N.korthausae Meinken, 1973 (Radda, 1981:4).

Dimensioni

I maschi in acquario raggiungono i 55 to 60-mm, le femmine 40 – 45-mm di lunghezza totale. L’esemplare piu’ grande catturato sino ad oggi he una lunghezza totale di 5.3 cm [2.1 in] (Bell Cross, 1976). La nostra esperienza indica che quando gli esemplari maschi allevati in acquario sono tenuti ad una bassa temperatura [22°C] raggiungono i 6.5 cm di lunghezza totale in soli tre mesi e sviluppano una gibbosità nella regione posteriore della testa. Le femmine allevate in condizioni similari raggiungono i 5.5 cm di lunghezza totale.

CODIFICA:

FUR

Distribuzione e Habitat

Secondo Jubb(1971; 1975a:111), “nel sud est della Rhodesia il confine con il Mozambique a cavallo di basso spartiacque tra il Nuanetsi (= Mwenezi) River, un tributario del Limpopo, e il Lundi (= Rundi = runde), un tributario del Sabi o Save Rivers. Dalla parte Rhodesiana del confine e incuneata tra questi due grandi fiumi si trova la Gona-Re-Zhou Game Reserve con un’area di circa 2,000 miglia quadrate”.

Mappa di distribuzione del Nothobrachius Furzeri

Mappa amministrativa dello Zimbabwe [Soregente FAO].

La specie si trova, al contrario della maggior parte delle specie di Nothobranchius presenti sulla costa, ad una altitudine da circa 300 a 600-m sul livello del mare [da 1,000 a 2,000 piedi]. Secondo Jubb (1971, 1975a:111), “sullo spartiacque ci sono numerosi corsi d’acqua che durante una buona stagione delle piogge scorrono verso i principali tributari dei Guluene e Chefu Rivers, che si riversano nel Chingovo River in Mozambique. Il Chivongo successivamente diviene una serie di paludi, rivoli e piccoli laghi interni indicanti un sistema idrico che nel primo periodo della stagione delle piogge viene scaricato nel Limpopo River. Pur considerando che la piovosità mediamente si aggira nell’intorno dei 16 pollici, le piogge sono estremamente variabili e erratiche “.

Mappa petereologica dello Zimbawe

Figure 5: Profilo meteorologico dello Zimbabwe [Sorgente FAO-CLIM]

Secondo Jubb (1971), “le pesanti piogge estive sono associate con occasionali cicloni dell’Oceano Indiano, che spazzano la costa del Mozambico ma negli ultimi anni in questa zona si sono registrati a malapena 10 pollici. Come conseguenza delle poche precipitazioni si verifica che, durante i mesi da aprile a settembre le acque dei rivoli di Gona-Re-Zhou sono stagionali, qualcuno di essi si secca per quattro – cinque mesi all’anno, mentre altri rimangono secchi per tutta la stagione”.

Figura 6: Zone di raccolta principali dello Zimbabwe. [Sorgente FAO]


Figura 7: Presenza di N.furzeri nell’Africa meridionale.

La precipitazione media estiva nell’area è intorno ai 400 mm, ma duranti gli anni di siccità (per effetto di El Niño) solo la metà di tale quantità è disponibile. La stagione delle piogge , tra ottobre e gennaio, corrisponde anche al tempo delle piu’ alte temperature (30-35°C o 86-98°F). Tra aprile e settembre, i corpi d’acqua meno profondi progressivamente si asciugano. Jubb (1971) dichiara che queste acque sono molto ricche di materiale organico come di animali selvaggi, inclusi gli elefanti, che, provenienti dalla riserva, si recano a queste pozze per bere. Le caratteristiche dell’acqua nella località di raccolta di Sazale sono state registrate con un pH tra 6.6 e 8.0 e durezza tra 4-5 DH, tuttavia nella descrizione originale Jubb (1971) menziona che non erano disponibili dati sulla qualità dell’acqua.

Il Dott. Warne scopri’ N.furzeri, che vivevano insieme con N.orthonotus, il 12 Gennaio 1969 in un sistema interno conosciuto come Sazale, 21°40’S-31°45’E., che, insieme a molte altre acque temporanee danno una caratteristica peculiare al sistema idrico di Guluene.

Risulta che l’area è soggetta ad infestazione della mosca tse-tse, che trasporta il parassita della malattia del sonno e che fu usata durante la lotta di liberazione come base della guerriglia. A cause di ciò e delle successiva riduzione negli anni della sua fauna dovuta alla caccia di frodo l’area rimane ancora isolata. Rilevante è il fatto che nel linguaggio comune Gona-Re-Zhou significa “zanna di elefante”. Oltre ai veri amanti della natura e al personale addetto alla ricerca che studia la natura e al controllo della mosca tse-tse, è difficile che qualcuno abbia rivisitato la zona.

Bowmaker et al. (1978) menziona la presenza di N.furzeri nei sistemi idrici dei fiumi Sabi e Lundi.


Figura 8: Presenza di N.furzeri nello Zimbabwe.

Alla fine del Marzo 1999, Trevor Wood, Johan Ippel, Pieter Kearney, Jan du Plooy and Peter Riley viaggiarono alla volta del e catturarono forme rosse di “specie” in correlate alla furzeri nella parte inferiore del sistema idrico Limpopo. I codici di località sono MOZ 99/4, /5 e /6.

Storia

Secondo Jubb (1971), N.furzeri fu pescato dal Sig.. R. E. Furzer (Furzer, 1969) e dal Dott. W. Warne nel Marzo 1968, insieme a maturi esemplari di N.orthonotus Peters da uno dei ruscelli conosciuto come Sazale, che, con molti altri, forma parte del sistema fluviale del Guluene River . In questa pozza essi trovarono anche il pesce polmonato, Protopterus annectens.

Nel Dicembre 1968, J. V. Ludbrook del Dipartimento dei Parchi Nazionali e della Amministrazione delle Risorse Naturali, Southern Rhodesia (ora Zimbabwe), ripescò qualche altro esemplare del nuovo Nothobranchius in una pozza adiacente al Sazale. Qualche esemplare preservato e foto a colori di maschi adulti furono spediti a Jubb pressi il Museo di Albany, Grahamstown, South Africa per l’identificazione.

Nel 1969, Jubb (erroneamente) identificò la nuova specie di Nothobranchius come N.kirki e richiamò l’attenzione sul fatto che i colori die maschi maturi e fertili hanno una importante significato nella determinazione delle specie di Nothobranchius, poichè questi pesci mostrano solo piccole, se esistono, differenze morfologiche. La colorazione di questa specie di Nothobranchius proveniente dal Parco Nazionale di Gona-Re-Zhou non era conosciuta al Dott. Jubb e spedi’ fotografie a colori agli hobbisti in Inghilterra [British Killifish Association] e negli Stati Uniti al Dott. R. J. Goldstein [Dipartimento di Biologia, Emory University, Atlanta] per un esame e commenti a cura di entusiasti di Nothobranchius. Secondo Jubb (1971), “Dr. Goldstein mostrò le sue diapositive ai membri presenti al raduno annuale della American Killifish Association tenutosi in San Francisco all’inizio di Settembre 1969. Nessuno aveva mai visto questo pesce vivo e nemmeno una sua descrizione nella letteratura. Successivamente il Sig. Robert Parle della California riusci’ a ottenere esemplari vivi di questo Nothobranchius dalla Rhodesia grazie agli sforzi di Richard Furzer. In collaborazione con il Sig. Joe Ricco, Parle riusci’ ad ottenere uova fertili di questi pesci ed esemplari schiusi in acquari americani. Alcune parti del materiale di Parle furono preservate ed inviate dal Dott. Goldstein al Albany Museum, Grahamstown, a scopo di studio”. Nel 1971, in riconoscimento dell’impegno di Furzer, Jubb descrisse la specie come N.furzeri.

W. Foersch fu il primo a introdurre la specie in Europa (Germania) dagli Stati Uniti nell’estate del 1973 quando ricevette 24 uova da Rosario LaCorte membro della American Killifish Association (Elisabeth vicino New York).

Descrizione

Nella sua descrizione originale Jubb (1971) menziona che le caratteristiche esterne delle specie non differiscono significativamente da quelle di qualsiasi altro Nothobranchius dell’Africa dell’Est, ma la colorazione dei maschi maturi, come in tutte le specie del genere, è costante ma distinto da quello delle altre specie conosciute. Jubb (1971) forni’ la seguente descrizione della colorazione: “Le parti centrali delle scaglie sono di un turchese iridescente contornate da un bordo cremisi che forma un motivo reticolare quando i massimi colori dell’accoppiamento sono sviluppati. Le pupille dell’occhio sono contornate da un colore dorato, le iridi dorate ma pigmentate con piccoli punti; una striscia scura verticale attraversa la pupilla e l’iride. Le pinne pettorali sono di un arancio smorto contornate da un azzurro chiaro. Le pinne pelviche hanno una membrana azzurrina e disegni di un rosso mattone. La membrana della pinna anale e azzurrina pesantemente marezzata di rosso mattone, i raggi esterni della parte inferiore divengono di un rosso brillante e si estendono nell’azzurrino del bordo. La base della pinna caudale ha una membrana azzurrina o grigio chiaro con disegni vividamente colorati tra i raggi; la parte posteriore della pinna è contraddistinta da una banda giallo-arancio chiara seguita da una banda nera, tutta la pinna è contornata di nero. La pinna dorsale ha una membrana azzurrina pesantemente marezzata con segni vividamente colorati, i raggi sono pigmentati di nero. Il margine superiore della pinna dorsale è azzurrino. La porzione ventrale della copertura branchiale è di un nero corvino. Gli esemplari conservati in formalina perdono i loro colori turchese e rosso ma i disegni sulle pinne e i raggi delle pinne mostrano ancora aree molto pigmentate di grigio scuro e nero ” (Jubb, 1971).

Figura 9: N.furzeri a coda gialla ottenuto da Cox da N. sp. “MOZ 99/4”. {Foto: R. Cox}

Esemplari maschi possiedono scaglie che vanno dall’azzurro verde al turchese contornate da rosso carminio, che riproducono un disegno a rete. Le coperture delle branchie sono biancastre nella parte superiore divenendo progressivamente gialle nella parte inferiore con una bordatura nera. Gli occhi sono di un dorato iridescente con una striscia trasversale verticale scura che si estende sopra circa 1/3 dell’occhio. Le pinne pettorali sono arancioni con un bordo blu. Le pinne ventrali sono di un arancio giallastro e picchettate di rosso carminio sopra una colorazione di base azzurrina. La pinna anale possiede numerosi punti rossi, alcuno dei quali si uniscono insieme. Il rosso è piu’ intenso e forma bande all’attacco e nella parte anteriore della pinna con una base di colore simile a quella delle pinne ventrali. La pinna dorsale è leggermente di un blu piu’ profondo con una distribuzione di piccoli punti rosso marroni sopra la base, che si trasformano in strisce a circa 1/3 della sua altezza. Il bordo è azzurro. Nella pinna caudale sopra una base azzurra sono presenti delle strisce di un brillante marrone che terminano in una vivida banda gialla che viene seguita da una banda nera come termine della coda.
Le Femmine hanno un colore del corpo di un uniforme grigio marrone che in certe condizioni di luce appare essere di un bluastro iridescente. Le scaglie sono delicatamente contornate dir rosso. Tutte le pinne sono leggermente olivastre senza alcun disegno, tuttavia con la luce appropriata si po’ scoprire un po’ di blu luccicare su di esse. Gli opercoli branchiali mostrano un leggero luccichio dorato. La pinna caudale ha una forma a spada come nei maschi.
Jubb (1971) aggiunse, “le femmine hanno le scaglie dello stesso leggero turchese contornate da uno sbiadito orlo rosso mattone, mentre le pinne sono non pigmentate con una membrana di uno sbiadito blu o olivastro. La base degli opercoli branchiali è dorata “.

Allevamento & Riproduzione

L’eccitante colorazione e la sua vivacità rendono N.furzeri una specie molto attraente, probabilmente una delle piu’ desiderate del genere. Tuttavia è risultato non essere molto popolare poichè raramente viene pubblicizzato o reso disponibile attraverso i normali canali di acquisizione. In piu’ un periodo di incubazione abbastanza lungo, una salute relativamente fragile e un tempo di vita corto.
Due ceppi sono presenti nell’hobby: uno con un tempo di incubazione molto prolungato, una crescita rapida degli avannotti e adulti molto produttivi ma dopo un mese un mese e mezzo sono colti da una morte improvvisa. Il secondo ha un tempo di incubazione di circa 3 mesi e, soprattutto, ha avannotti che crescono alla normale velocità e adulti che vivono altrettanto normalmente, morendo a tarda età. Non ci sono differenze di colorazione o disegno tra entrambi i ceppi.
Foersch (1975a:112) riportando dell’introduzione della specie in Europa: “Il 1 Agosto 1973 ricevetti una piccola provetta in vetro contenente pochi centimetri cubici di acqua e 24 uova. L’acqua era sporca e uno degli avannotti era nato e successivamente morto durante il trasporto. Un uovo era chiaro e trasparente, nelle altre 23 si potevano intravedere gli embrioni sviluppati. Trasferii le uova per 3 giorni in acqua pulita contenente qualche antibiotico [Oxytetracyclin], e successivamente per un giorno rimasero in acqua con Trypaflavin. Considerando che le uova di Nothobranchius incubate in acqua molte volte producono dei belly sliders volli dare a queste 23 un breve periodo a secco. Cosi’ le trasferii attentamente in un letto di torba profondo un dito in un piccolo recipiente di vetro. Dopo poche ore un avannotto era nato. Indipendentemente dal livello dell’acqua rimase un belly slider. Levai l’acqua e lasciai il resto nel recipiente. La torba leggermente umida contenete il resto delle uova fu mantenuta nel contenitore di vetro chiuso alla temperatura di 25°C.” “Quando il 17 Agosto. 1973 aggiunsi un po’ di acqua alla torba nacquero sei avannotti. Due di loro non poterono nuotare e rimasero sul fondo mentre gli altri quattro nuotavano liberamente qualche ora dopo. Quando svuotai nuovamente l’acqua dal contenitore osservai che tutte le altre uova nella torba erano morte. I quattro avannotti si svilupparono in due coppie. Purtroppo uno dei maschi aveva un grande difetto sull’opercolo branchiale e una femmina il peduncolo caudale deformato. Poteva nuotare solo a testa in giu’ e raggiunse solo la metà delle dimensione normale. Avevo solo una coppia in salute. In sole tre settimane il maschio sviluppo’ un disegno piu’ scuro nelle pinne verticali ed una leggera striscia nella pinna caudale divenne visibile. Dopo 4.5 – 5.5 settimane aveva la colorazione completa [a 22-23°C]” (Foersch, 1975a:112). “dopo 5 settimane entrambi i maschi raggiunsero la lunghezza di 4.5 cm – il maschio piu’ grande raggiunse la lunghezza finale 5.6 cm, la femmina in salute 4.8 cm. 30 giorni dopo la schiusa, i maschi cominciarono a spingere le femmine ed potei osservare il primo uovo sul fondo della vasca di riproduzione. Di conseguenza separai i sessi, nutrii abbondantemente le femmine e riunii le coppie ogni due o tre giorni per sole 2 ore. L’accoppiamento segui la procedura standard dei Nothobranchius. Il fondo della vasca era coperto da uno strato di 1 cm di torba da cui potevo estrarre le uova per un controllo. I maschi trattengono le femmine solo per brevi periodi e successivamente solo un limitato numero di uova viene deposto. Quando le raccolsi, a giorni alterni, circa i 2/3 erano morte. Le uova sane vennero riposte in torba. Una piccola porzione fu mantenuta per controllo in un piatto piano (in acqua) e ebbi modo di osservare che molte di esse erano già sviluppate dopo solo tre settimane. Dopo un breve periodo all’asciutto avevo già una nuova generazione di giovani in salute che mi fornirono nuove uova sei settimane dopo, pur non considerando questo metodo di rapida incubazione in acqua delle uova di Nothobranchius come regola. In circostanze ideali si possono ottenere cinque generazioni in un ciclo annuale” (Foersch, 1975a:113).
“La coppia malformata mori rapidamente. La coppia in salute raggiunse un’età di 4 mesi e mezzo. Dopo soli 3 mesi il maschio cominciò a mostartre i segni dell’invecchiamento. Sviluppo’ una gibbosità e rimaneva per la maggior parte del tempo a testa in giù presso la superficie dell’acqua e i colori del corpo divennero sempre meno marcati. Qualche giorno prima di morire egli si accoppiò ancora una volta, seppur brevemente, e mostrò i suoi più bei colori. ” (Foersch, 1975a:113).
“Mantenni le uova nella torba alla temperature di 21 °C e bagnai le uova in più volte. Tra il numero (basso) di avannotti schiusi notai che c’erano ancora molte uova che non mostravano alcun segno di sviluppo. Dopo 4 mesi e 1/2 non ottenni altri avannotti. Tutte le uova rimaste erano ancora chiare e trasparenti. Dopo da 5 a 5 mesi 1/2 dal 5 al 10% delle uova si schiuse. Le restanti non mostrarono alcun segno di sviluppo. Da 6 mesi e 1/2 fino a 8 molti uova si schiusero; le uova trasparenti risultavano ancora tra 10 ed il 40%. Da queste uova riuscii ad ottenete avannotti in salute dopo 10 mesi e 1/2” (Foersch, 1975a:113-114).
“Lo sviluppo embrionale è probabilmente piu’ veloce alle alte temperature. Da 76 uova riposte nella torba a 21 °C si ebbe una schiusa di 5 avannotti dopo 5 mesi e 1/2 di incubazione mentre 53 uova erano ancora trasparenti. Queste 53 uova rimanenti furono poste a 26 °C in torba appena umida. Dopo solo 2 settimane 43 avannotti di schiusero dopo aver bagnato la torba e tutte le altre uova perirono” (Foersch, 1975a:114).

Molto ben documentata è anche la natura abbastanza aggressiva dei maschi verso le femmine e gli altri maschi (Lühring, 1993), molto di piu’ che nelle altre specie note di Nothobranchius. Se si vuole tentare la riproduzione con solo una coppia, si deve tenerla insieme solo per poche ore al giorno. Le femmine possono sopravvivere a lungo a questi periodi di confronto se, e solo se e quando, si provveda con un numero sufficiente di luoghi in cui si possano nascondere (piante) e/o la vasca è grande a sufficienza. Uno dei ceppi di N.furzeri non mostra questi livelli di aggressività. Un punto positivo è che questi pesci gradiscono un’acqua mediamente dura e una temperatura di mantenimento ottimale tra i 22 e 26 °C [72-79°F].
Considerando che in periodo in cui N.furzeri deposita uova è abbastanza breve, è necessario procedere all’accoppiamento di parecchie copie insieme per un lungo periodo [riproduzione continua in grandi vasche] per assicurasi di poter raccogliere un numero sufficiente di uova. Questo assicura anche di poter avere, dopo un po’ , durante tutto l’anno pesci adulti come viene fatto per i N.rachovii.
Per la riproduzione è meglio utilizzare un piccolo gruppo di femmine per ciascun maschio. è richiesta anche una densa copertura di piante e/o 2-3 mops di fibra di torba flottante o semi flottante per assicurare sufficienti oppotunità di nascondersi alle femmine e anche per consentire ad esse di riposarsi. Le uova sono rilasciate nella torba dopo un attivo processo di inseguimento e guida. La torba contente le uova deve essere regolarmente rimossa [ogni 1-2 settimane o anche meno se vuole raccogliere un numero elevato di uova non attaccate dai funghi], gentilmente pressata fino ad ottenere la consistenza del tabacco leggermente umido e riposte in sacchetto di plastica chiuso e con l’etichetta per un periodo di incubazione che va da 3 a 5 mesi e 1/2 e arriva fino a 6.

Lühring (1993) ebbe un iniziale periodo di incubazione di sole 6 settimane ma con i successivi accoppiamenti il periodo si è progressivamente allungato fino a 3-4 mesi. Egli ottenne un rapporto tra i sessi normalmente vicino al 50:50. Raccomanda anche di usare acqua tenera durante gli accoppiamenti per prolungare la vitalità del seme maschile e aumentare il successo riproduttivo.
Alla prima bagnatura può succedere che non nasca nessun avannotto. In questi casi la torba che contiene le uova non schiuse deve essere riasciugata e riposta ancora in sacchetto di plastica e tenuta in una condizione “secco umido” per un altro mese. Può anche succedere che gli avannotti debbano essere assistiti nel liberarsi del guscio [insufflando CO2 o aggiungendo qualche nauplo di Artemia].
Al momento della schiusa, gli avannotti sono relativamente grandi e accettano immediatamente naupli di Artemia appena schiusi. La loro crescita è estremamente rapida probabilmente la piu’ rapida osservata tra tutti i killi conosciuti. Dopo circa 4 settimane i sessi possono essere distinti e dopo un’altra settimana raggiungono la maturità sessuale con potente programma nutrizionale e con regolari cambi parziali di acqua. è consigliata, durante gli stadi di sviluppo degli avannotti, l’aggiunta di lumache per la rimozione dei resti di cibo non ingeriti e di qualche pulce d’acqua (Daphnia spp.) per mantenere sotto controllo lo sviluppo degli infusori.
La durezza dell’acqua è di minore importanza [1- 10°DH] per un allevamento ottimale. è tuttavia raccomandato da qualche hobbista di utilizzare acque pulite, tenere e leggermente acide. Questi pesci è preferibile mantenerli in acquari non troppo piccoli, sono raccomandati acquari di lunghezza intorno ai 50-60 cm. Un aspetto cruciale nella biologia dei N.furzeri rimane la temperatura di allevamento che non deve scendere sotto i 25°C [72°F] altrimenti i pesci ne soffrono e dopo solo due giorni si possono osservare le prime perdite. In conseguenza della crescita rapida e del consumo di grandi quantità di cibo cambi di acqua parziali regolarmente eseguiti sono inevitabili. L’inquinamento dell’acqua deve essere assolutamente evitato e la temperatura deve essere mantenuta tra i 25 e 26°C [72-79°F]. Si raccomanda anche l’aggiunta di sale [1 cucchiaino per 5 litri di acqua] per prevenire l’insorgere di Oödinium (malattia del velluto).

I maschi mostrano un comportamento abbastanza territoriale a combattono i loro correlativi senza ferirli sempre che siano presenti spazi di fuga (acquari grandi). I maschi quando non sono in fase riproduttiva è meglio tenerli separati altrimenti la loro brutalità potrebbe portarli ad uccidere le femmine. Questo comportamento non è prevedibile. Un maschio potrebbe nuotare tranquillamente vicino ad una femmina ed improvvisamente assalirla con un pesante ed impulsivo desiderio amoroso. Alle volte i corteggiamenti possono essere veramente ruvidi quando il maschio colpisce pesantemente con il muso i fianchi della femmina. Di conseguenza la disponibilità di un numero sufficiente di zone per nascondersi è di assoluta necessità per questa specie [mops, muschio di Giava, piante galleggianti con radici, torba fibrosa, ecc.].

Callewaert (1977) usa come configurazione riproduttiva, 1 maschio e parecchie femmine in un piccolo acquario con una speciale disposizione di acquario male, riempito con acqua con da 1 a 5°DH; pH 6,8 a 7,2 [entrambi danno risultati]; temperatura 28°C [82°F]. Per accrescere la produzione di uova è consigliabile riprodurre con parecchi trii in un acquario abbastanza grande [50l x 25h x 30d]. Sul fondo dell’acquario egli pone un contenitore di plastica di 20x12x15 cm, la cui copertura viene perforata con un buco di 50-mm di diametro. Il fondo del contenitore viene coperto da uno strato di 3 cm torba preventivamente bollita e asciugata che serve come substrato di deposizione. Il vantaggio di quaesta grande scatola di deposizione consiste nel fatto di impedire che la torba vengano infestati da larve di zanzara ed altri residui di cibo.

Dopo 3-5 giorni di accoppiamenti, Callewaert (1977) separa i sessi per una settimana e li riunisce in uno nuovo acquario per uno nuovo periodo di accoppiamento di 3 giorni. Dopo aver rimosso i riproduttori le uova vengono lasciate per altri 10 giorni nello stesso acquario. Solo allora la torba con le uova viene raccolta con una rete fine, molto delicatamente pressata e lasciata ad asciugare ancora un po’ in una scatola di plastica che, a sua volta, viene riposta un contenitore di schiuma isolante piu’ grande. Adesso la torba con le uova viene lasciata ad asciugare per 6 settimane alla temperatura constante di 20-22°C [68-72°F]. Dopo 6 settimane la torba sarà ancora leggermente umida. Ora viene lasciata asciugare ulteriormente fino a raggiungere la consistenza del tabacco spargendola sopra un foglio di carta da cucina. Quindi le uova sono lasciate in un sacchetto di plastica con etichetta per almeno cinque mesi al buio. Dopo questi 5 mesi [il periodo di incubazione può richiedere anche fino a 9 mesi], la torba viene bagnata con acqua tenera a 20°C [68°F]. Se gli avannotti nascono vengono rimossi e posti in un altro acquario con acqua avente la medesima composizione. Qui la temperature viene progressivamente innalzata fino a 26°C [79°F]. se ciò non viene fatto si può verificare, dopo solo una settimana una mortalità pari al 80 – 90%. I giovani, che sono abbastanza grandi già alla schiusa, appaiono anche di costituzione anormale. Ma quando il loro ventre viene riempito un po’ di volte con naupli di Artemia, essi riassumono la normale forma degli avannotti.

Secondo Callewaert (1977), N.furzeri , è meno soggetto agli attacchi della malattia del velluto e, al momento della schiusa, c’è normalmente una bassa percentuale di belly-sliders; tuttavia, se la temperatura viene mantenuta troppo bassa, prevale la situazione opposta.

Secondo Van Es (1993), nel caso in cui la torba con le uova venga incubata alla temperatura di 27°C [81°F], si possono avere due situazioni:

  • Il primo metodo consiste nel bagnare la torba ogni tre mesi. Generalmente, il primo tentativo non schiude niente. Con il secondo tentativo solo poche uova si schiudono ed soltanto al terzo tentativo che la maggior parte delle uova si schiude. Successivamente a ciascuna di queste fasi la torba con le uova viene risposta al buoi con in sacchetto di plastica chiuso per un nuovo periodo di tre mesi e bagnata ancora finchè non si schiudono piu’, uova. Ciò può durare per anni.
  • Il secondo metodo consiste nel riporre la torba con le uova per 6-7 mesi e ispezionarne ogni mese il contenuto per verificare la presenza di “uova con gli occhi” fino a non trovarne piu’. Normalmente durante una delle operazione di bagnatura molte uova schiudono ma è necessario riasciugare e riporre la torba e controllarla ogni mese per le “uova con gli occhi”. Una volta che si sono raccolte “settimane di deposizione” a sufficienza si è in grado di schiudere uova di N.furzeri tutti i mesi dell’anno assicurando che un possibile incidente non interrompa lo schema di mantenimento stabilito per la specie. Facendo questo si è in grado di avere pesci giovani ed adulti durante tutto l’anno.

Secondo Luehring (1975), è difficoltoso determinare il periodo esatto di incubazione delle uova di N.furzeri. Oltretutto, si sottolinea che la torba con le uova non deve essere mai lasciata completamente asciugare ma deve essere tenuta bagnata e umida sempre [ un po’ piu’ della ben conosciuta consistenza del tabacco]. Luehring ottenne cattivi risultati con le incubazioni in cui la torba divenne troppo asciutta. Le uova sembrano aver bisogno di acqua per svilupparsi completamente. Secondo lo stesso autore si dovrebbe utilizzare acqua tenera durante il processo di deposizione altrimenti le cellule seminali maschili non rimangono vive abbastanza a lungo.

Durante l’accrescimento degli avannotti, la durezza dell’acqua può essere aumentata progressivamente ad ogni cambio parziale di acqua con l’aggiunta di 1 cucchiaino di normale sale da tavola per 10 litri di acqua. Le somministrazioni di cibo devono essere frequenti ed abbondanti poichè i pesci crescono e vivono rapidamente. è anche necessario un cambio di acqua regolare di acqua.

N.furzeri possiede, tuttavia, due punti negativi: il primo consiste nel fatto che la specie è molto vulnerabile alla malattia del velluto (Oödinium) e il secondo consiste nel fatto che è una delle specie con la vita piu’ breve. Decessi dovuto all’età possono apparire anche solo dopo tre mesi e qualcuno può sopravvivere fino a sei mesi. La vita media è tra i 4 e i 5 mesi.

Bowden (1995) trovò una porzione costantemente crescente di giovani furzeri con opercoli branchiali e bocche accorciati e/o malformati. Questo sembra rappresentare il classico segno di processo degenerativo per accoppiamenti consanguinei. Una delle soluzione è lo scambio tra gli hobbisti di uova/riproduttori prima che la specie corra rischio di sparire dall’hobby stesso.

Contrariamente agli autori precedenti, B. Holler (1978) dichiara che N.furzeri è una specie abbastanza semplice da riprodurre e allevare. Per l’allevamento una vasca di 20 litri è sufficiente. Se gli individui sono tenuti separati essi non mostrano i loro bei colori. L’acqua gioca un ruolo di secondaria importanza, tuttavia non deve essere acida e la temperatura deve essere mantenuta intorno ai 25°C [74°F.], temperature piu’ alte sono comunque ben sopportate, ma non per lunghi periodi. Se tenuti a temperature piu’ basse di quelle del loro habitat naturale, che possono toccare i 30°C [86°F], i pesci possono facilmente vivere per un anno senza perdere i colo colori. Essi assumono qualsiasi tipi di cibo vivo. La riproduzione è, come molte delle altre specie di Nothobranchius, non difficoltosa. Per la riproduzione è meglio utilizzare un acquario speciale con un trio ed il fondo coperto con uno strato spesso 10 mm di torba ben bollita ed propriamente risciacquata. Il periodo di accoppiamento deve tuttavia essere corto; altrimenti si devono assicurare sufficienti spazi per nascondersi alle femmine. La torba con le uova viene rimossa dalla vasca, gentilmente pressata e lasciata asciugare per uno o due giorni ancora fino al raggiungimento delle ben nota consistenza del tabacco. Lo sviluppo delle uova dura tra i 2 ed i 10 mesi in funzione della tempratura di incubazione. La schiusa avviene in acqua lasciata riposare un po’ con una temperatura di 18°C [64°F]. Gli avannotti nascono qualche ora dopo e possono immediatamente consumare naupli di Artemia appena schiusi. La crescita è rapida e dopo 3 settimane si possono distinguere i sessi, tre settimane dopo essi sono sessualmente maturi. Per la riproduzione è meglio non utilizzare i pesci prima che raggiungano i due mesi di età.

Bibliografia

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